Guerra dei funerali, in cinque a giudizio

Guerra dei funerali, in cinque a giudizio tratto dal sito La Città di Salerno

01 WEBSotto accusa un imprenditore, un medico e tre volontari
di Clemy De Maio 19 ottobre 2017
MORTI AGENZIE FUNEBRI
Cinque persone sono state rinviate a giudizio per quella che la Procura di Salerno ricostrusce come una macabra battaglia sugli affari del “caro estinto”, in cui imprenditori del settore e operatori di associazioni di soccorso si sarebbero accordati per accaparrarsi prima il trasporto illecito della salma dall’ospedale a casa e poi l’organizzazione dei funerali. Nelle imputazioni messe nero su bianco dal pubblico ministero Marco Colamonici si parla di morti spacciati per vivi, certificati falsificati, botte e minacce per eliminare la concorrenza. Ieri il giudice dell’udienza preliminare Emiliana Ascoli ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio e ha disposto il processo per Liberato Cioffoletti di Campagna, titolare dell’omonima agenzia funebre, il medico Nicola Bertolini (solo per avere attestato la dimissione in vita di una paziente che invece risulta già deceduta) e tre operatori della Croce Gialla: gli ebolitani Domenico Antoniello, Vincenzo De Biase e Cosimo Dianese, che secondo la Procura avrebbero aggredito e minacciato in più occasioni il personale di associazioni concorrenti.
Gli episodi contestati risalgono a un arco temporale che va dal novembre del 2011 al settembre dell’anno successivo. Secondo il magistrato la Croce Gialla era solo sulla carta un’associazione dedicata al soccorso di persone inferme, in realtà «asservita in modo esclusivo al procacciamento di clienti a beneficio dell’impresa di pompe funebri di Cioffoletti», che di fatto avrebbe controllato anche l’associazione di volontariato. Tra le intimidazioni ricostruite dagli inquirenti c’è quella del gennaio 2012 ai danni di un volontario della Croce Azzurra che stava sistemando a bordo di un’ambulanza dell’associazione un paziente appena dimesso dall’ospedale ebolitano. «Qua comandiamo noi, tu non devi caricare nessuno altrimenti vengo a prenderti sotto casa e ti picchio» il tenore delle minacce attribuite ad Antoniello. E non sarebbero mancate le occasioni in cui dalle parole si sarebbe passati ai fatti. In questo contesto vengono inserite, tra l’altro, le presunte minacce di Antoniello e Dianese a un rappresentante della Croce Verde (a sua volta padre dell’amministratore di un’altra agenzia funebre) dopo che questi, nel novembre del 2011, aveva segnalato ai carabinieri il trasporto in ambulanza di un paziente già deceduto. Poi c’è l’aggressione a calci e pugni avvenuta nel settembre del 2012 nel reparto di cardiologia e attribuita a De Biase. A farne le spese fu il titolare di un’altra impresa funebre, al culmine di un alterco che per la Procura era dovuto, anche in quel caso, «all’accaparramento del servizio di trasporto e delle successive esequie di un soggetto ivi deceduto». Subito dopo, nel piazzale Scuola medica salernitana antistante l’ospedale, il figlio dell’imprenditore sarebbe stato a sua volta minacciato con un bastone e schiaffeggiato da Antoniello. Tutte accuse da cui gli imputati (assistiti dagli avvocati Orazio Tedesco e Agostino De Caro) dovranno difendersi in un processo che inizierà a dicembre davanti alla terza sezione penali. Ieri alcune parti civili si sono già costituite in udienza preliminare, tramite l’avvocato Paolo Carbone.
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